Bisfenolo A nel corpo umano: la responsabilità è degli imballaggi!

Oramai si sa, la plastica è considerata il “male del nostro secolo” e purtroppo anche di quelli a venire. Come mai si usa proprio l’espressione “del nostro secolo”?

Perché la sua smodata produzione è iniziata nel secondo dopo guerra. E addirittura metà della plastica presente sul pianeta è stata prodotta dopo il 2002 e questa produzione sta costantemente aumentando.

Se da una parte questo materiale ha rivoluzionato molti settori, come quello medicale e dell’automobile, dall’altra è stato usato in maniera spropositata per elementi usa e getta.

Ad oggi il 40% della plastica prodotta ogni anno è monouso, il che aumenta la sua probabilità di dispersione nell’ambiente ed il suo mancato riciclo.

L’impatto globale è molto forte. I primi a pagarne le conseguenze sulla salute sono i lavoratori in questa filiera (produzione e smaltimento) e poi a cascata tutta la popolazione e l’ecosistema terrestre.

Perché è a rischio la salute delle persone?

Purtroppo la plastica non è inerte e dunque cede sostanze chimiche dannose a ciò con cui entra in contatto. Peccato che nella maggior parte dei casi si tratta di cibi, bevande e integratori.

Una molecola particolarmente indagata negli ultimi anni è il Bisfenolo A (BPA), una sostanza chimica molto utilizzata in tutti i paesi industrializzati, impiegato nella produzione delle plastiche in policarbonato (molto diffuse per le proprietà di trasparenza, resistenza termica e meccanica), utilizzate nei recipienti per uso alimentare e nelle resine epossidiche che compongono il rivestimento protettivo interno presente nella maggior parte delle lattine per alimenti e bevande.

Gli usi in campo non alimentare vanno dalla carta termica degli scontrini ai dispositivi odontoiatrici. Scopriamone di più!

Nuove evidenze sul Bisfenolo A nell’organismo umano: eccessiva esposizione

Uno studio pubblicato recentemente dall’Agenzia Europea dell’ambiente (EEA) ha evidenziato che il bisfenolo A è presente, e in dosi troppo elevate, nell’organismo dei cittadini europei1.

Il bisfenolo A, si trova in tantissimi oggetti di largo consumo, per esempio:

  • contenitori alimentari in plastica e metallo,
  • bottiglie d’acqua riutilizzabili,
  • giocattoli.

Secondo i dati raccolti, l’esposizione della popolazione a questa sostanza è ben al di sopra dei livelli accettabili di sicurezza sanitaria stabiliti dall’EFSA (Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare).

In precedenza erano già stati evidenziati effetti dannosi del bisfenolo A sulla salute, in particolare:

  • disturbi endocrini
  • ridotta fertilità
  • reazioni allergiche cutanee

A seguito di ulteriori valutazioni, l’EFSA, ad Aprile 2023, ne ha fissato soglie più ridotte2 per evitare questi rischi, ritenendo anche che il bisfenolo A possa influenzare negativamente il sistema immunitario.

Il mondo scientifico presenta ad oggi parere discordi ma l’Agenzia Europea dell’Ambiente conferma le valutazioni EFSA. Le conclusioni arrivano tramite i dati del biomonitoraggio umano dell’Unione Europea (HBM4EU), effettuato da gennaio 2017 a giugno 2022, per la presenza di sostanze chimiche nella popolazione europea e sugli impatti associati sulla salute3.

In questo monitoraggio sono stati inclusi anche bisfenolo S e bisfenolo F (sostituti del BPA). Le indagini sono state effettuate su 2.756 campioni di urina di adulti provenienti da 11 paesi europei (Croazia, Repubblica Ceca, Danimarca, Francia, Finlandia, Germania, Islanda, Lussemburgo, Polonia, Portogallo e Svizzera) e hanno registrato un livello di superamento della soglia che varia tra il 71% e il 100%.

Da questi dati è chiaro che la popolazione Europea è sottoposta ad una esposizione troppo elevata ai vari tipi di bisfenolo e ciò costituisce un potenziale problema per la salute.

Attualmente però solo la Francia ha vietato completamente il bisfenolo, misura che, effettuata in maniera isolata, risulta inefficace dato che le merci e i prodotti circolano liberamente a livello europeo.

La nostra analisi diretta: packaging a confronto

I bisfenoli non sono le uniche molecole cedute dalla plastica a preoccupare rispetto alla salute delle persone. Un altro gruppo di molecole molto importante è quello degli ftalati.

Questi infatti sono considerati degli interferenti endocrini cioè possono interferire con la normale funzione di vari ormoni, specie quelli di tipo sessuale.

La conseguenza di una loro assunzione continuativa può essere uno squilibro ormonale che va ad alterare il benessere e il regolare sviluppo di bambini, donne e uomini.

Per questo motivo in Salugea abbiamo voluto verificare alcuni integratori proprio sotto questo aspetto.

La domanda alla base della nostra indagine è stata: “Secondo te, un integratore racchiuso in flaconi di plastica può presentare sostanze rilasciate dal contenitore che si andranno a depositare sulle capsule, compresse o nel liquido che andrai ad assumere?”

Per poter dare una risposta concreta in Salugea abbiamo svolto un vero e proprio esperimento scientifico.

Obiettivo: verificare direttamente, come già testimoniato da numerosi studi scientifici, che dei contenitori in plastica possono rilasciare delle sostanze sintetiche, seppur in tracce, che possono rappresentare qualcosa di decisamente non naturale in un prodotto che invece dovrebbe esserlo totalmente.

Oggetti dell’analisi: Succhi di Aloe Vera comunemente reperibili sul mercato e racchiusi in bottiglie di plastica, con il nostro Succo di Aloe Vera Bio racchiuso in vetro scuro di grado farmaceutico.

I test sono stati svolti in un laboratorio di analisi accreditato e l’obiettivo era proprio quello di valutare la presenza di “ftalati”, sostanze chimiche, che possono essere rilasciate dalla plastica dei flaconi nel prodotto.

Abbiamo effettuato il test a due condizioni differenti, temperatura ambiente e sotto stress termico.

Risultati del test a temperatura ambiente:

  1. Nel nostro Succo di Aloe Vera Bio Salugea: nessuna traccia di ftalati. Il risultato era abbastanza prevedibile in quando il vetro è un materiale altamente inerte e che non tende a rilasciare sostanze estranee. (vedi allegato 1)
  1. In un succo di Aloe reperibile sul mercato e confezionato in flacone di plastica, sono state invece rilevate tracce di una sostanza appartenente al gruppo degli Ftalati (vedi allegato 2).

La concentrazione rilevata non supera i limiti di legge. Ora riflettiamo a quante volte, durante il giorno, assumiamo alimenti, bevande o integratori racchiusi in plastica. Singolarmente questi elementi possono essere anche a norma, ma il problema nasce quando queste tracce si sommano fra loro, come accade quotidianamente.

Abbiamo voluto anche testare cosa significhi esporre per brevi periodi a temperature elevate dei prodotti naturali contenuti in plastica.

Questa condizione è quella che si può verificare d’inverno presso fonti di calore o d’estate, all’interno di magazzini a temperature non controllate, oppure all’interno di mezzi di trasporto fermi durante il giorno od il weekend, sotto il sole cocente.

Risultati del test (presso lo stesso laboratorio) di campioni mantenuti a 40° per 3 settimane:

  1. Il Succo di Aloe Vera Bio Salugea ha confermato anche in queste condizioni di non avere nessuna traccia minima di sostanze rilasciate dal vetro nel prodotto (vedi allegato 1 parte 2).
  1. il Succo di Aloe Vera contenuto in flacone di plastica ha ottenuto un valore di sostanza sintetica disciolta nel prodotto oltre 5 volte e mezza maggiore di quello riscontrato prima a temperatura ambiente e stavolta oltre i limiti di legge consentiti (vedi allegato 2 parte 2).

Ciò dimostra che in effetti i contenitori in materiali plastico possono tendere a rilasciare sostanze chimiche sintetiche nei prodotti contenuti al loro interno e tale cessione aumenta drammaticamente quando il flacone viene sottoposto a stress termico per periodi prolungati.

Evento molto probabile, specie d’estate o se in vicinanza a fonti di calore.

Inoltre non dobbiamo pensare che acquistando un prodotto in inverno questo venga automaticamente protetto da questo surplus di ftalati.

Infatti, quello che troviamo negli scaffali o che ci viene proposto da un esercente può ad esempio aver viaggiato in estate e quindi essere stato sottoposto al caldo estremo estivo.

In Salugea hai la certezza di trovare sempre integratori racchiusi in vetro scuro di grado farmaceutico, l’unico materiale in grado di garantire la qualità e la sicurezza del prodotto nel tempo.

Una scelta di qualità, che confermiamo ogni giorno per un benessere davvero più profondo e per un ambiente più protetto.

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Note e Bibliografia

1Briefing no. 17/2023 European Environment Agency - Title: Human exposure to Bisphenol A in Europe https://www.eea.europa.eu/publications/peoples-exposure-to-bisphenol-a/

2Re-evaluation of the risks to public health related to the presence of bisphenol A (BPA) in foodstuffs - EFSA Panel on Food Contact Materials, Enzymes and Processing Aids (CEP), 19 April 2023. https://doi.org/10.2903/j.efsa.2023.6857

3Apel, P., et al., 2020, ‘Human biomonitoring initiative (HBM4EU) - Strategy to derive human biomonitoring guidance values (HBM-GVs) for health risk assessment’, International Journal of Hygiene and Environmental Health 230, pp. 1-11, (https://doi.org/10.1016/j.ijheh.2020.113622) accessed 2 May 2023.

Landrigan, P J, et al.. “The Minderoo-Monaco Commission on Plastics and Human Health”. Annals of Global Health, vol. 89, no. 1, 2023, p. 23.DOI: https://doi.org/10.5334/aogh.4056

Allegato 1 – CoA Aloe Vera Salugea

Allegato 2 – CoA Altro Fornitore