Negli ultimi decenni il microbioma intestinale è emerso come un vero e proprio organo funzionale, coinvolto non solo nella digestione, ma anche nella regolazione delle funzioni metaboliche e immunitarie1.
È ormai noto che diversi farmaci di uso comune – dai beta-bloccanti agli antidepressivi, fino agli inibitori della pompa protonica (PPI) – possono modificare la composizione microbica intestinale, con effetti che possono persistere per anni dopo la sospensione della terapia.2
Non solo gli antibiotici, dunque: anche molecole prescritte quotidianamente per ipertensione, ansia, insonnia e reflusso possono influenzare l’ecosistema intestinale2.
Questo non implica la necessità di interromperne l’assunzione, considerando i loro benefici clinici consolidati. È però consigliabile utilizzarle in modo appropriato, al dosaggio minimo efficace e per il periodo strettamente necessario.
In questo articolo analizzeremo l’azione dei probiotici sul microbiota intestinale e le evidenze scientifiche che ne supportano l’impiego durante terapie farmacologiche prolungate.
Azione dei probiotici sul microbiota intestinale
Quando un trattamento farmacologico altera il microbiota, strategie come probiotici, una dieta bilanciata, ricca di fibre e basata su cibi integrali3, insieme alla riduzione dello stress4, possono favorire l’equilibrio intestinale.
L’Associazione Scientifica Internazionale per i Probiotici e i Prebiotici definisce i probiotici come “microrganismi vivi che, se somministrati in quantità adeguate, conferiscono un beneficio per la salute dell'ospite”. Il loro effetto si esplica attraverso diversi meccanismi: inibizione dei patogeni intestinali, produzione di metaboliti bioattivi, la riduzione del pH luminale nel colon5.
La presenza di specifiche condizioni cliniche o di terapie farmacologiche protratte possono richiedere periodi di integrazione di lunga durata per preservare la fisiologica composizione del microbiota intestinale.
Nel prossimo paragrafo verranno presentati alcuni studi condotti su pazienti in trattamento farmacologico prolungato.
Probiotici e terapie farmacologiche prolungate: evidenze scientifiche
In un trial randomizzato, in doppio cieco, controllato con placebo6, è stato somministrato a 30 adulti sani un inibitore della pompa protonica (PPI, n = 15) o un placebo (n = 15) per 6 settimane.
Nello studio è stato valutato l’impatto dell’assunzione di PPI e della successiva integrazione con probiotici multiceppo tramite sequenziamento metagenomico shotgun e analisi metabolomiche fecali.
Il trattamento farmacologico e il conseguente abbassamento di pH ha determinato un aumento significativo di famiglie batteriche quali Streptococcaceae, Leuconostocaceae e Pasteurellaceae, ceppi spesso associati a condizioni di disbiosi e sintomatologia negativa, insieme a variazioni metaboliche (incremento di Gly-Arg-Val e acido fenilacetico).
L’integrazione probiotica ha attenuato queste alterazioni riducendo, ad esempio, l’espansione delle Leuconostocaceae e incrementando metaboliti benefici come 1H-indolo-4-carbaldeide. Inoltre, la soppressione acida indotta dai PPI ha favorito una migliore colonizzazione dei ceppi probiotici, tra cui Streptococcus thermophilus. Questo risultato è indice di come l’acidità gastrica sia un fattore altamente limitante la colonizzazione di microrganismi sia probiotici che patogeni.
La conclusione di questo studio evidenzia come l’associazione di probiotici alla terapia con inibitori di pompa protonica non solo può attenuare le alterazioni dell’equilibrio microbico indotte dal farmaco, ma può anche potenziarne gli effetti benefici sul microbiota, favorendo la stabilità e la funzionalità dell’ecosistema intestinale.
Un ulteriore esempio7 dell’impatto dei probiotici sul riequilibrio microbico proviene da uno studio clinico randomizzato condotto su pazienti con iperlipidemia. Trentatré soggetti sono stati assegnati a un gruppo probiotico ( Lactobacillus casei Zhang, Bifidobacterium animalis subsp. lactis V9, Lactobacillus plantarum P-8 ) o a un gruppo di controllo (n=15), entrambi in terapia con atorvastatina. Sono stati raccolti campioni di siero e feci per le analisi successive.
Dopo 3 mesi di trattamento, il gruppo probiotico mostrava una maggiore abbondanza microbica intestinale e un miglioramento significativo della composizione del microbiota, con incremento di Bifidobacterium, Lactobacillus e Akkermansia e riduzione di taxa potenzialmente nocivi come Escherichia, Eggerthella e Sutterella. I probiotici hanno contribuito a ottimizzare la struttura del microbiota intestinale, suggerendo un effetto benefico complementare alla terapia farmacologica nel supporto dei pazienti con iperlipidemia.
Queste evidenze suggeriscono che l’associazione con probiotici può rappresentare una valida strategia per mitigare la disbiosi indotta a terapie farmacologiche prolungate.
In quest’ottica, la formula di Probiogea Intestino Salugea è stata sviluppata con ceppi idonei all’impiego prolungato, così da sostenere in modo continuativo la funzionalità e la stabilità del microbiota.
Probiogea Intestino: equilibrio della flora batterica intestinale durante le terapie farmacologiche
La formula di Probiogea Intestino Salugea include una combinazione di probiotici selezionati per il supporto dell’equilibrio della flora batterica e del benessere intestinale. I ceppi presenti sono:
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Bifidobacterium longum
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Bacillus coagulans
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Saccharomyces boulardii
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Inulina da cicoria
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Mix probiotico brevettato SynbÆctive® SmilinGut8
(Lactiplantibacillus plantarum PBS067, Lacticaseibacillus rhamnosus LRH020, Bifidobacterium animalis subsp. lactis BL050).
Le capsule vegetali acido-resistenti garantiscono la sopravvivenza dei probiotici durante il transito gastrico, permettendo loro di raggiungere l’intestino, aderire alla mucosa e contribuire alla colonizzazione microbica.
La formulazione, idonea anche a vegani e vegetariani, è priva di glutine, lattosio, OGM, conservanti e additivi di sintesi.
Il flacone in vetro scuro di grado farmaceutico, associato al sigillo di sicurezza riutilizzabile sotto al tappo, assicura una protezione ottimale nel tempo, preservando il prodotto da luce, calore, umidità e contaminazioni.
La composizione di Probiogea Intestino Salugea9 apporta bifidobatteri, lattobacilli e lieviti tipici di un microbiota in equilibrio, associati a un mix probiotico brevettato la cui efficacia è documentata da evidenze scientifiche.
Il flacone contiene 60 capsule acido-resistenti, utilizzabili con le seguenti modalità:
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Pronta risposta: 1 capsula a metà mattina e 1 a metà pomeriggio, lontano dai pasti.
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Associazione a terapie farmacologiche prolungate: 1 capsula al giorno, lontano dai pasti, consentendo di coprire due mesi di integrazione con un solo flacone.
Il dosaggio può essere modulato in base alle esigenze individuali e al quadro clinico.
In conclusione, considerando come alimentazione, stress e terapie farmacologiche prolungate possano incidere sulla stabilità del microbiota, una formulazione attentamente calibrata come quella contenuta in Probiogea Intestino può rappresentare un valido supporto per preservarne l’equilibrio.
La combinazione di ceppi selezionati, la resistenza al transito gastrico e l’idoneità all’impiego continuativo lo rendono un valido strumento per sostenere il benessere intestinale anche nei contesti clinici più predisposti a disbiosi.
